L’Epifania è spesso sinonimo di malinconia scaturita dal fatto di dover archiviare le feste, ma nel calcio italiano significa ripartenza. Purtroppo non a pieno regime…
L’attesa per la ripresa del campionato sta per terminare: il 6 gennaio aprirà l’anno 2022 per tutte le squadre della Serie A, o quasi. Purtroppo quel quasi continua a dover essere specificato a causa della maledetta pandemia da Covid-19 e della sua variante Omicron, la quale non sembra voler risparmiare nessuno dal contagio. L’innalzamento vertiginoso dei casi su scala nazionale non ha potuto esimersi dal colpire anche il mondo del calcio, considerando il grande numero di positivi registrati dalle varie squadre.
Ci risiamo: dopo ormai più di un anno dallo scoppio della pandemia, la Serie A torna a fare i conti con la parola ‘rinvio’. Salernitana – Udinese ha rappresentato soltanto il primo campanello d’allarme che ha preannunciato ciò che succederà quest’oggi: 4 partite non verranno disputate a causa delle restrizioni imposte dalle ASL locali. Il problema di fondo è l’apparente assenza di dialogo tra le autorità sanitarie e le istituzioni del nostro calcio. Prendiamo d’esempio il caso Napoli: Alex Meret ed un membro dello staff di Luciano Spalletti sono risultati positivi al tampone molecolare nella giornata di ieri, poco prima delle ore 14:00. A quel punto ci sono state delle perplessità da parte della ASL locale sul permettere o meno la partenza al gruppo squadra. A dare una mano all’autorità sanitaria, ci ha pensato l’ultima Circolare del Ministero della Salute n°60136 del 30.12.2021, la quale spiega che i soggetti che hanno avuto contatti con dei positivi non avranno l’obbligo di quarantena qualora la seconda dose del vaccino fosse stata effettuata entro i 120 giorni precedenti, o qualora avessero effettuato la dose ‘booster’. Alle 16:00 l’ASL non notifica alcun divieto: la squadra può partire. Il pasticcio clamoroso avviene una volta che la squadra azzurra è atterrata a Torino: Zielinski, Lobotka e Rrahmani sono costretti a restare in isolamento a causa del contatto con alcuni soggetti positivi. Ipotizzando che il contatto sia stato con lo stesso Meret, oppure con alcuni membri dello staff, la comunicazione della ASL sarebbe dovuta essere molto più tempestiva, in modo da evitare questa gaffe imbarazzante. L’altra faccia della medaglia è rappresentata proprio dalla società partenopea: considerando la circolare vigente, è mai possibile che nessuno all’interno della SSC Napoli si sia accorto di questa normativa? Come mai i 3 sopracitati sono stati comunque convocati, ben conoscendo le conseguenze che questa decisione avrebbe portato?
I difetti di comunicazione tra il mondo calcistico italiano e quello sanitario sono sotto gli occhi di tutti: i protocolli che dovrebbero regolare queste spiacevoli situazioni appaiono spesso poco esaustivi e soggetti a varie interpretazioni, il che comporta un totale marasma organizzativo ed un’incertezza che non può far bene al nostro calcio. La parola passerà ai campi, almeno quelli in cui si giocherà, nella speranza che chi di dovere riesca a fornire delle spiegazioni chiare a tutti gli appassionati. Bentornato campionato, seppur deturpato.